Stele II – Il curioso caso di Reisner e la Sfinge

Non tutti sono al corrente delle vicende e dei ritrovamenti effettuati in terra egiziana dal professor George Andrew Reisner, archeologo e professore di egittologia nato nel 1867. Si tratta dell’artefice della scoperta delle tombe dei Re di Nubia, di quella della regina Hetepheres, madre del famoso faraone Cheope, e infine del tempio funerario di Micerino.

Nel marzo del 1913 accade qualcosa di davvero interessante. Secondo le tesi ufficiali, Reisner esce di senno e rilascia ad alcuni giornali una notizia che riguarderebbe la scoperta di stanze segrete all’interno della Sfinge.

Circa 15 giorni dopo il New York Times smentisce ciò1; altre testate giornalistiche2, invece, rincarano la dose, continuando a riferire questa sensazionale scoperta che retrodaterebbe la Sfinge di un paio di migliaia di anni.

Ovviamente il New York Times rappresentava e rappresenta oggigiorno una delle principali voci nello scenario mediatico internazionale, quindi la prima naturale reazione sarebbe quella di pensare ad un tentativo da parte del professore di attirare attenzione su di sé.

Analizzando però la sua figura, le sue scoperte e la creazione di un nuovo standard nel condurre studi archeologici in terra egiziana, sembra essere in risalto la serietà professionale di questa persona.

Ipotizzando però che il Times abbia avuto ragione e che Reisner improvvisamente abbia dato di matto, sbilanciandosi con una affermazione in grado di demolirgli la carriera, non si troverebbe spiegazione al fatto che, non solo egli abbia continuato la sua professione, peraltro con altri rinvenimenti molto interessanti, ma esattamente un anno dopo la sua dichiarazione, gli sia stata affidata la cattedra di egittologia presso l’università di Harvard.

Diventa dunque più difficile ipotizzare che egli sia un mitomane, affetto da megalomania, essendo Harvard tra le più importanti e prestigiose università; viene quindi inevitabilmente screditata anche l’ipotesi della sua pazzia. Sembrerebbe piuttosto trattarsi di una persona preparata e competente nel suo campo d’azione.

Di contro, ora viene più facile dubitare delle parole del NY Times. Cosa aveva scoperto Reisner di così sconvolgente da costringere il giornale a correre ai ripari?

L’ipotesi dell’egittologo prevedeva la presenza di camere all’interno della Sfinge e sotto di essa, mentre tutt’ora è considerata piena. La scoperta di per sè non sembrerebbe così strabiliante; ebbene una struttura architettonica di così notevoli dimensioni e dalla forma irregolare, dotata di stanze al suo interno e quindi di parti cave, la renderebbe irrealizzabile per gli strumenti e le conoscenze in dotazione alla popolazione del tempo.

Inoltre, la sua supposizione è stata poi ripresa da molti ricercatori negli anni a venire. Internet è disseminato di materiale a riguardo, non esiste però conferma ufficiale. Tuttavia anche secondo una rilevazione effettuata da un team giapponese nel 19873, sotto la sfinge dovrebbero esserci diverse stanze di diversa grandezza.

Se il professore abbia o meno scoperto qualcosa di fenomenale, purtroppo, non ne abbiamo ancora le prove, ma è certo che tutto ciò che sia in grado di inficiare anche lontanamente le tesi classiche sui testi scolastici, viene prontamente e puntualmente denigrato, deriso e attaccato al punto da scoraggiare e talvolta impedire indagini serie.

La scoperta di Reisner chiama in causa anche il primo faraone della prima dinastia, il leggendario Menes, avvicinando notevolmente il passo che lo collegherebbe al mito e addirittura ad antiche civiltà perdute. È perfettamente comprensibile quindi l’impegno e la determinazione degli storici e degli organi di stampa nel cercare di screditare tutto ciò che possa condurre ad una visione revisionistica della nostra storia.

Una cosa però è sicura: Giza e molti altri siti sparsi in tutto il mondo, sembrano essere davvero poco “umani” considerando le tecniche e gli strumenti in possesso dai costruttori del tempo. Può dunque la Sfinge, così come l’intero sito, essere frutto della tecnologia di una civiltà in possesso di una conoscenza superiore rispetto a quelle dell’epoca in cui vengono normalmente collocati questi incredibili monumenti?4

Nei prossimi articoli verranno analizzati attentamente i vari aspetti e le incongruenze che accomunano il complesso egizio a molti altri siti megalitici in giro per il mondo.

L’articolo non ha uno scopo rivelativo, bensì è volto a generare dubbi e curiosità che ognuno può approfondire secondo il suo interesse.

camere sfinge

 

Da un’idea di: Max Massa, autore del libro “La guerra degli Elohim”.

Con la collaborazione de I fondatori.

 

1 – la relazione americana originale ha dichiarato che il tempio nella testa della Sfinge era di 60 piedi (18 m.) di lunghezza, mentre le dimensioni esterne della testa non vanno oltre i 15 piedi (4,5 m.) e i 18 piedi (5,4 m.). È stato infatti questo dettaglio a dare credibilità alle smentite del NWT. In realtà si trattò di un errore dei giornali. La camera scoperta sembrava infatti trovarsi alla base della Sfinge e non nella testa.

2 – in ordine cronologico i giornali che pubblicarono la notizia furono: The Straits Times, N.Z. Truth, The Advertiser e The Grey River Argus.

3 – si tratta del Centro di Cultura Egizia dell’Università di Waseda.

4 – si guardino i documentari del Dr. Carmen Boulter a riguardo.

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑